20 marzo 2007

Milano Moderna | 21 aprile 2007

ACMA








VISITE GUIDATE
MILANO MODERNA

Milano, 21 APRILE 2007

In occasione delle giornate del Salone del Mobile che si terrà a Milano nel mese di aprile 2007, il Centro di Architettura ACMA organizza una visita guidata ai principali quartieri realizzati nella periferia della città nel corso del Novecento e nei primi anni del secolo attuale.
Dal QT8 di Piero Bottoni, al Gallaratese di Carlo Aymonino e Aldo Rossi, all'intervento di Metanopoli a San Donato Milanese con il palazzo per uffici di Gabetti e Isola; l'itinerario comprenderà inoltre il comune di Segrate con il Municipio di Canella e Achilli e la piazza di Aldo Rossi e la nuova sede della Mondadori di Oscar Niemeyer e il complesso progetto della Bicocca di Vittorio Gregotti.


Per informazioni e iscrizioni:

ACMA Centro di Architettura
via Antonio Grossich 16, 20131 Milano
Tel. +39 02.70639293 Fax.+39 02. 70639761
acma@acmaweb.com http://www.acmaweb.com/

13 marzo 2007

Master internazionale di Architettura del Paesaggio

Master
Milano, 2007

Il Master di primo livello (1500 ore) intende sviluppare una capacità di lettura trasversale alle diverse discipline (dalla fotografia alle scienze ambientali, dalla pianificazione all'ingegneria) dei fenomeni presenti sul territorio e di intervento a tutte le scale nell’ambiente anche attraverso l’impiego di modalità, tecniche e materiali innovativi seguendo le direttive europee riferite direttamente o indirettamente all’ambiente e al paesaggio. Finalità del master è raggiungere la formazione standard europea per architetti del paesaggio secondo i parametri formativi indicati dall’EFLA che tende ad omologare il titolo per le attività professionali del settore nell’ambito UE. Un master per chi ritiene di non poter rinunciare ad assumersi la responsabilità del controllo e della gestione dello sviluppo compatibile ed integrato del territorio così come previsto dai protocolli internazionali sull'ambiente e dalla Convenzione Europea del Paesaggio.

Per maggiori informazioni
http://www.acmaweb.com/laboratoriopaesaggio

Manuel Ruisánchez | Architettura del paesaggio

Workshop di progettazione
Milano, 24-27 maggio 2007


L’acqua sotto forma di fiumi, di laghi o di mari ha determinato la morfologia degli insediamenti urbani e di interi territori. La storia della pianura padana, la sua forma, la sua connotazione socio-culturale è decisamente legata ai corsi d’acqua, alla loro regimentazione, alle bonifiche, alle culture e ai commerci, resi possibili dai complessi sistemi idrici di irrigazione e di trasporto.Oggigiorno nella progettazione contemporanea prevale tuttavia l’impiego dell’acqua unicamente nella sua dimensione pittoresca ed estetizzante, evocando i banali modelli degli spazi pubblici riprodotti nella città moderna a partire dalla seconda metà dell’ottocento. L’acqua rappresenta la principale risorsa ambientale, un veicolo del nostro metabolismo che costruisce un collegamento tra tutte le comunità degli esseri viventi. La preoccupazione espressa in più occasioni dalla comunità scientifica internazionale sull’impiego di tale risorsa deve indurre un ripensamento del ruolo dell’elemento acqua nella progettazione dei parchi, delle città e del territorio.

Agenda ACMA Centro Italiano di Architettura
www.acmaweb.com

05 marzo 2007

Architettura Naturale

Alessandro Rocca"Architettura naturale"
22 publishing, Milano 2006
pp. 215, € 22
Giovanni Corbellini
giovannicorbellini@libero.it

È ormai qualche tempo che scambiando opinioni con altri architetti della mia generazione emerge diffusa la sensazione di trovarsi di fronte a una situazione di stallo, come se nessuno, celebri star o esordienti rampanti, fosse più in grado di produrre qualcosa di veramente significativo. Può darsi che si tratti del disincanto fisiologico di chi, avvicinandosi alla mezza età, non riesce a provare le emozioni delle prime scoperte, ma è anche vero che mostre, libri, riviste e sopralluoghi ci restituiscono un mainstream internazionale tanto ansioso di darsi una immagine sperimentale e trasgressiva quanto, in definitiva, incapace di deviazioni sulfuree o, semplicemente, di una reale capacità di tagliare angoli e meandri delle pratiche consolidate e produrre visioni innovative.Alcuni tra i più giovani sembrano voler reagire a questa situazione riproponendo l'ennesimo ritorno a ipotesi autonomiste, ai fondamentali dell'architettura. Un tentativo quantomeno prematuro, vanificato nelle sue intenzioni rivoluzionarie dalla similitudine con i colpi di coda delle retroguardie, e, di fatto, così abusato da confermare la percezione di una disciplina avvitata in una sterile coazione a ripetere. Con maggiore freschezza, altri provano viceversa a sondare mondi paralleli, anche marginali, nei quali cercare una possibile rigenerazione del nostro sguardo, se non delle nostre attitudini progettuali. Un obiettivo che la 22 publishing, nuova casa editrice milanese, intende perseguire fin dalla sua prima proposta. Il titolo del bel libro di Alessandro Rocca, Architettura naturale, assume a questo proposito un significato programmatico, che va al di là della referenzialità diretta con i materiali in esso presentati.

Ulteriori informazioni
http://architettura.supereva.com/books/2007/200702001/index.htm

04 marzo 2007

Autocomposizione Collettori Solari

Immagine AEE Arbeitsgemeinschaft Erneuerbare Energien


L’Italia offre condizioni meteorologiche molto buone per l’uso dell’energia solare. Da nord a sud l’insolazione differisce di circa il 40% con un valore tra 1200 e 1750 kWh/m2 all’anno, in entrambi i casi maggiore della domanda procapite di calore annuale necessaria per la preparazione di acqua calda. A queste condizioni un impianto solare consente di risparmiare fino all’80% dell’energia necessaria per la preparazione di acqua calda e fino al 40% della domanda complessiva di calore per l’acqua calda sanitaria e per il riscaldamento degli ambienti. Con condizioni tanto favorevoli e con la disponibilità di una tecnologia affidabile ed efficace, l’Italia mostra un alto potenziale economico e tecnico per il solare termico.
Sebbene l’Italia presenti condizioni favorevoli il mercato italiano del solare termico può essere considerato piuttosto basso e stagnante in confronto ad altri paesi europei come l’Austria, la Danimarca, la Germania e la Grecia. La superficie di collettori attualmente installata in Italia è di circa 4 mq per 1000 abitanti, in confronto a una media europea di 19 mq per 1000 abitanti.

Il modello basato sull’autocostruzione dei collettori solari è stata uno dei fattori fondamentali a determinare il costante incremento positivo nel settore del solare termico registrato in Austria dal 1988. La Arbeitsgemeinschaft Erneuerbare Energien (AEE) ha sviluppato una procedura di assemblaggio dei sistemi solari, provvedendo inoltre a creare e ad accompagnare i gruppi di autocostruzione. Il sistema dell’autocostruzione ha ridotto in maniera significativa il livello dei prezzi per i collettori solari. In molti casi addirittura questo modello ha portato alla fondazione di imprese, stimolando una crescita parallela del mercato commerciale.
Con il progetto Altener AGRISOL ‘Self-Built Solar Thermal Systems in Mediterranean Farm tourism’, Ambiente Italia introduce il modello dell’autocostruzione sul mercato italiano del
solare termico.
La campagna è gestita in stretta collaborazione con AEE appoggiandosi alla lunga esperienza di chi ne fa parte.

L’autocostruzione di collettori solari richiede tuttavia una certa dose di esperienza. Ambiente Italia aiuta i gruppi di autocostruttori mediante l’intervento di esperti a livello locale, già attivi in molte zone d’Italia. Questi promotori informano e supportano il gruppo per la progettazione e il dimensionamento dell’impianto e per l’acquisto collettivo dei materiali. La costruzione del collettore viene poi mostrata all’interno di un corso pratico. Per impianti di grandi dimensioni sono a disposizione dei professionisti per la progettazione e il collaudo degli impianti.


Informazioni aggiornate sulle attività di autocostruzione in corso, persone di contatto a livello locale e impianti dimostrativi sono riportati nella pagina internet :



AMBIENTE ITALIA srl
via Carlo Poerio 39 - 20129 Milano
tel. +39-02-277441 - fax +39-02-27744222
E-mail info@ambienteitalia.it



Arbeitsgemeinschaft Erneuerbare Energien - AEE
Feldgasse 19, A.8200 Gleisdorf
Tel.: 03112-5886-16, Fax –18
email: office@aee.at

Vivere meglio con la Fototerapia

La FOTOTERAPIA consiste nell’esposizione programmata di un individuo ad una fonte di luce artificiale ad alta intensità luminosa.
Si tratta di una terapia non invasiva che non comporta l’assunzione di farmaci, riconosciuta dal “National Institutes of Mental Health” (USA) e dall’American Psychiatric Association”.
Non produce effetti collaterali e non ha particolari controindicazioni tanto che può essere somministrata a donne in gravidanza o in fase di allattamento, bambini e anziani.
La fototerapia si è sviluppata all’interno della ricerca sui ritmi circadiani ed ultradiani. Molti eventi fisiologici sono, infatti, regolati ed organizzati in ritmi circadiani che hanno periodicità di circa 24 ore. Questa periodicità è legata al nostro orologio interno, orologio che negli esseri viventi è influenzato dall’alternarsi della luce e buio.
La luce e/o la sua assenza sono in grado sia di stimolare che sopprimere la secrezione di ormoni che agiscono sul sonno, sulla psiche, sull’umore, sulle funzioni riproduttive, sulla fame/sazietà.

Il National Istitute of Mental Health (U.S.A.) si accorse che malesseri e depressione si verificavano maggiormente nei periodi dell’anno caratterizzati da poca luce (autunno e inverno) in particolare modo nei paesi del nord, e, attraverso un’indagine scientifica su più di 1500 pazienti, ha sviluppato un profilo statistico dei principali disagi su essi rilevati:

- il 96 % risulta essere meno attivo in inverno
- il 94 % dichiara difficoltà nei rapporti interpersonali
- il 96 % avverte sentimenti di tristezza
- l’ 84 % ha sofferto di ansia
- il 79 % ha riferito maggiore irritabilità
- l’ 88 % comunica di avere difficoltà sul lavoro
- più di sette pazienti su dieci hanno registrato un aumento di peso; mentre tutti i pazienti hanno manifestato un aumento dell’appetito
- sei pazienti su dieci hanno riferito una diminuzione delle pulsioni sessuali.

La riduzione o la totale assenza della luce durante il giorno ha veramente effetti deleteri per l’organismo umano soprattutto se prolungata nel tempo.
Purtroppo la società moderna con i suoi ritmi e le sue innovazioni non solo porta a vivere la giornata sempre di più in ambienti chiusi (secondo uno studio del 1994 l’adulto di ceto medio passa all’aperto solo il 4% della giornata) ma anche con un insufficiente livello di luce addirittura al di sotto dei 100 lux (come evidenziato dallo studio condotto dall’University of California su oltre 1000 persone che vivono nella soleggiatissima San Diego) per cui il nostro organismo non riesce a “ricaricare le proprie batterie” ed è, soprattutto in autunno ed inverno, più facilmente attaccato da malesseri, depressione, stress, stanchezza.
Studi recenti hanno evidenziato che la “malilluminazione” contribuisce a creare stanchezza, carie, depressione ma anche aggressività; diminuisce la funzione immunitaria e aumenta il rischio di infarto. Non solo: spesso la mancanza di luce è causa di perdita precoce di capelli e di opacità della pelle e addirittura, in uno studio recente condotto presso l’istituto nazionale della Salute Americano, è anche stata messa in relazione con la perdita di tono e forza muscolare.
Negli anziani la mancanza di luce crea problemi di osteoporosi ed una minore resistenza alle infezioni, mentre nei bambini contribuisce ad accentuare l’iperattività.
Anche chi lavora di notte o effettua turni di lavoro irregolari rispetto ai ritmi solari è soggetto, più di altri, alla possibilità di insorgenza di malattie cardiache, dolori alla schiena, problemi respiratori, ulcere e sonno irregolare. Queste persone, non di rado, presentano una carenza di prontezza e di capacità nel prendere decisioni e sovente causano errori o incidenti.
La FOTOTERAPIA serve proprio per dare “energia” al nostro sistema psicofisico, visto che non si riesce ad usufruire dei benefici della luce solare per tutto all’anno.
Da alcuni studi si evince che per mantenersi in buona salute è necessario esporsi almeno un'ora al giorno ad un livello d'illuminazione superiore a 1000 lux..
...bisogna quindi, trascorrere più tempo possibile alla luce!

La luce solare differisce dalla luce fluorescente per diversi aspetti, fra i quali lo spettro (il colore della luce) e l'intensità.
La fototerapia per essere efficace deve utilizzare delle lampade fluorescenti che presentino uno spettro di luce molto simile a quello della luce solare ad un’intensità che varia dai 2.500 lux fino ai 10.000 lux (range terapeutico).
L'unità di misura della luce è un "lux". 100 lux equivalgono alla quantità di luce emanata da una lampadina da 100 watt e guardata da una distanza di un metro e mezzo in una stanza priva di altre fonti di illuminazione.
All'esterno, durante la giornata, difficilmente l'intensità della luce è inferiore ai 500 lux anche in presenza di nuvole e nel periodo estivo la luminosità può raggiungere addirittura i 100.000 lux.
Secondo Russell J. Reiter, la ricetta per star bene è data, durante il giorno, da un alto livello di serotonina (neurotrasmettitore dell’umore), molecola madre della melatonina, che ci mantiene vigili e pieni di energia e da un buon livello di melatonina (ormone che ci protegge dai radicali liberi, riduce la pressione arteriosa, forma dei linfociti natural killer, contrasta il cancro e che è un potente antinvecchiamento) che durante la notte ci aiuta a riposare e a recuperare le forze. Rusell ritiene che il livello di entrambe queste sostanze possa essere aumentato con l’esposizione alla luce intensa durante la giornata.

Nella fototerapia non basta esporsi alla luce, ma bisogna far sì che essa colpisca i nostri occhi.
Dati scientifici hanno dato senso e valore ad antiche credenze, infatti è principalmente la retina che riceve le informazioni dalla luce e le trasmette al cervello tramite il nervo ottico.
La ghiandola pineale viene stimolata durante il giorno producendo in alta quantità la serotonina, mentre, durante la notte, produce più melatonina.

La fototerapia è principalmente indicata per la cura e la prevenzione della depressione stagionale (SAD). Questa è l’alterazione dell’orologio biologico umano con relativo squilibrio del sistema psicofisico ormonale, causato dalla diminuzione della luce solare giornaliera unitamente a vari fattori ambientali. Le persone che soffrono di SAD presentano un umore depresso, tristezza, diminuzione degli interessi, basso livello di energia, diminuzione della memoria, stanchezza, basso livello di autostima, aumento dell’appetito e letargia.
In questo caso, come dimostrato da vari studi, la terapia della luce permette di accrescere i livelli della serotonina diminuendo così i sintomi depressivi e i sintomi del SAD (asocialità, affaticamento, bulimia..) e di normalizzare sia i tempi di produzione che la quantità di melatonina (la persona depressa ha bassi livelli di melatonina ed un ciclo produttivo sfasato = la produce in ritardo durante la notte).
L'esposizione ad una luce di qualità e di durata adeguate è certamente l'antidoto più efficace e sicuro per combattere il SAD.
Per alleviarne i disturbi la luce intensa mattutina è riconosciuta più efficace di quella serale, infatti è proprio l'esposizione durante le prime ore del mattino che normalizza la produzione della melatonina.

La terapia della luce, inoltre, aiuta a risolvere quelle forme di insonnia che comportano una fase ritardata del sonno (ci si addormenta alle tre di notte e ci si riesce a svegliare solo alle undici del mattino) oppure anticipata (si ha sonno alle otto di sera e poi alle tre di notte si è completamente svegli). Nel primo caso la luce dovrà essere assorbita la mattina perché così viene anticipato il momento dell’addormentamento; nel secondo, invece, la luce dovrà essere assorbita verso pomeriggio/sera perché così ritarda il momento dell’addormentamento.

La fototerapia produce dei benefici anche sulle persone cosidette “sane” come evidenziato dallo studio del 1993 condotto su 15 uomini e donne di età dai 20 ai 40 anni che trascorsero 4 ore esposti ad una luce intensa (2.500 lux) e quindi 4 ore, il giorno successivo, esposti ad una luce moderata (500 lux). Prima dell’esposizione vennero eseguiti dei test per misurare le condizioni fisiche e mentali dei partecipanti. In un test dei tempi di reazione, i partecipanti commisero meno errori dopo l’esposizione alla luce intensa rispetto all’esposizione alla luce moderata. A seguito dell’esposizione a luce intensa si individuarono, inoltre, notevoli miglioramenti riguardo alle funzioni cognitive, allo stato di vigilanza e alle capacità di reazione in genere (cosìdetto effetto nootropico). L’aspetto più importante fu che, alle condizioni di luce intensa, i volontari riferirono un senso di benessere maggiore.

La fototerapia viene utilizzata anche in ambito medico, in particolare da psicologi e psichiatri, come supporto per la cura di particolari disturbi come:
· la depressione classica,
· la depressione ante e post partum,
· i disturbi dell’umore,
· il disturbo ossessivo compulsivo,
· la bulimia nervosa,
· la cefalea,
· la sindrome premestruale,
· la letargia,
· l’alcoolismo,
· il “jet lag” (voli translatlantici con cambio di fuso)
· i disturbi del sonno.

La luce intensa influenza la produzione di melatonina ?

Uno studio effettuato da ricercatori Finlandesi nel 1988 ha evidenziato la differente reazione comportamentale di un gruppo di ratti allevato in un ambiente esposto alla luce solare e di un gruppo allevato, invece, in un ambiente di pari condizioni climatiche ma senza finestre ed illuminato da lampade fluorescenti. Dopo una settimana, misurarono i livelli di melatonina dei due gruppi e scoprirono che i ratti della stanza illuminata dal sole producevano di notte un livello di melatonina di gran lunga più elevato rispetto ai ratti allevati nell'ambiente ad illuminazione artificiale.
Il fattore determinante, nello studio Finlandese, era l'intensità della luce.
Benchè l'influenza della luce sulla produzione notturna di melatonina negli esseri umani sia scientificamente ancora poco riconosciuta, almeno quattro tra gli studi effettuati sulla questione hanno dimostrato che è realmente così.
Ricercatori australiani dimostrarono l'aumento dell'ormone in pazienti affetti dal SAD dopo averli sottoposti a sedute di fototerapia.
Il caso di un paziente con "apparente" disturbo bipolare dell'umore (trattato con farmaci standard compresi gli antidepressivi ed il litio ) fu curato con un programma intenso di fototerapia quando il medico constatò che le variazioni d'umore erano legate all'andamento stagionale; la sorgente luminosa utilizzata era di 2000 lux, le sedute giornaliere di sei ore (tre di primo mattino e tre all'inizio della serata). I sintomi depressivi del paziente cominciarono a recedere in soli quattro giorni, al decimo giorno l'uomo si sentiva bene.
In un altro studio ancora, la fototerapia aumentò i livelli di melatonina in persone che soffrivano di insonnia. Prima dell'esposizione alla luce, gli insonni avevano livelli notevolmente inferiori dell’ormone rispetto alle persone senza problemi di sonno. Per 5 mattine consecutive gli insonni trascorsero mezz’ora di fronte a una lampada a luce intensa. Al termine dello studio, essi producevano il 160% in più di melatonina nelle ore del picco notturno. Se le applicazioni davanti ad una lampada a luce intensa vengono effettuate la notte ciò determina sia un ritardo nella produzione di melatonina che una minore quantità. Ecco perché quando giunge la notte dobbiamo stare il meno possibile davanti a fonti di luce per non inibire la produzione di melatonina.
Gli insonni soffrono perché non dormendo tendono a passare le ore in ambienti illuminati per cui la loro riserva di melatonina andrebbe ad esaurirsi e quindi non riuscirebbero a recuperare le forze durante la notte. Se di notte rimaniamo svegli ma in un ambiente buio, produciamo la stessa quantità di melatonina di quando stiamo dormendo profondamente.


BIBLIOGRAFIA:
RUSSELL J. REITER – La Melatonina – 1997 – Biblioteca Universale Rizzoli
W.PIERPAOLI – W. REGELSON – La Fonte della Giovinezza – 1998

02 marzo 2007

UN PARQUET ECOLOGICO

Nel linguaggio tecnico sono ormai entrati i termini "Edificio sano" ed "Edificio malato"; dove per malate sono intese quelle strutture non industriali che possono provocare problemi di salute ai loro abitanti. Lo sforzo è quindi oggi teso ad offrire al mercato un'edilizia residenziale in grado di ricomporre, in modo equilibrato, l'unità "ambiente-casa-abitare".
Una statistica europea fissa in circa 20 ore il giorno il tempo di permanenza medio d'ognuno di noi in un ambiente confinato. Tra i diversi componenti di un'abitazione, il pavimento occupa una parte rilevante ed é sicuramente un punto cardine nella ricerca di una casa sana: plastiche, colle, trattamenti vari ne rendono spesso problematica la biocompatibilitá.Nella ricerca dell'equilibrio uomo-ambiente è riconosciuto da qualche tempo che i pavimenti in legno rientrano nelle famiglie di prodotti ecologici.È però importante conoscere, nella scelta del pavimento in legno, alcune caratteristiche.


IL LEGNO
E' il materiale base per la costruzione bioecologica. E' infatti in assoluto in edilizia la materia prima più rinnovabile oggi disponibile anche se soprattutto in Italia, il suo uso si è fortemente ridotto negli ultimi decenni a seguito d'interventi d'impoverimento del patrimonio forestale nazionale molto precedenti a quelli, tanto condannati, in corso nel terzo mondo. Ha caratteristiche fisico tecniche che ne fanno un materiale perfettamente idoneo a creare luoghi d'abitazione vitali ed equilibrati, ottima resistenza meccanica , forte potere termocoibente
grande igroscopicità (capacità di regolare l'umidità relativa degli ambienti) elevata temperatura superficiale.
Non è un caso che il legno, anche se spesso usato in modo poco corretto, sia il principale materiale da costruzione nei paesi più avanzati del mondo come gli Stati Uniti, il Canada, il Giappone e tutto il centro e nord dell'Europa.
Per tornare ad essere un materiale primario anche in Italia, sarebbe ovviamente necessaria una seria politica di forestazione produttiva in un territorio come il nostro per altro fisicamente ideale per quest'orientamento produttivo.Sono in questo caso necessari chiarimenti essenziali sul suo approvvigionamento ed uso. Il legno da usare in un'ottica di rispetto dei criteri della sostenibilità ambientale deve essere preferibilmente di produzione locale, come il rovere, acero, betulla, larice, ciliegio, olmo, noce, frassino, castagno, pero, faggio, pino, abete, pioppo, ontano, acacia (robinia), ecc. deve provenire da taglio selettivo e quindi da forestazione produttiva o da attività di riciclaggio.In particolare, alcuni istituti di ricerca europei hanno definito, attraverso un ecobilancio del legname, che il consumo giornaliero delle essenze sopra citate sta al di sotto dell'aumento giornaliero complessivo. Vanno quindi evitati innanzi tutto i legnami esotici che in genere provengono da deforestazione ma che nella migliore delle ipotesi hanno richiesto per il trasporto per mare sprechi energetici inaccettabili e trattamenti con antiparassitari fortemente tossici in fase di lavorazione e d'uso.Per l'incidenza dei trasporti e per il rischio dei trattamenti antiparassitari sono poco consigliabili in genere i legnami di produzione extraeuropea.
Deve quindi essere chiaro che il legno perde le sue principali caratteristiche e può addirittura trasformarsi in un materiale pericoloso per l'ambiente e per la salute umana se è trattato con prodotti derivati dalla sintesi petrolchimica come collanti bicomponenti epossidici e vernici poliuretaniche protettive, solventi e altri prodotti di provata tossicità. Questi prodotti, oltre a determinare un pericolo in fase di produzione e d'applicazione per gli addetti, tendono a rilasciare composti volatili nei primi mesi dopo la posa ma soprattutto modificano le prestazioni proprie del legno annullando le doti d'igroscopicità. Se necessario, i trattamenti per la protezione e la cura del legno possono essere realizzati con prodotti di derivazione vegetale o animale come l'olio di lino, le resine di conifera, le essenze d'agrumi, la cera d'api e molti altri.


PROBLEMI DELLE COLLE E VERNICI
I materiali per il trattamento e la finitura superficiale di legno, così come i prodotti per l'incollaggio sono in genere i più dipendenti dall'industria petrolchimica. Oggi in questo settore produttivo sono utilizzate circo 40.000 sostanze chimiche diverse che molto spesso sono introdotte sul mercato senza un'analisi attenta del loro grado di tossicità per gli esseri viventi e del loro impatto ambientale. Le conseguenze, a livello d'impatto dell'intero settore produttivo, sono evidenti; meno evidente è stata fino a pochi anni fa la pericolosità dei materiali di derivazione petrolchimica per la vivibilità degli ambienti chiusi, dove anche livelli di cessione di composti pericolosi molto bassi - per ogni singolo materiale - determinano per sinergia una miscela nociva.
Di seguito elenchiamo le avvertenze che abitualmente sono segnalate sulle schede tecniche dei collanti a due componenti (colle epossi-uretaniche)e delle vernici poliuretaniche:
durante l'applicazione e il seguente periodo d'essiccazione provvedere ad un'adeguata ventilazione dei locali si raccomanda l'uso d'occhiali, guanti, maschere ed indumenti protettivi
irritante per occhi e pelle in caso di contatto lavare immediatamente con acqua e consultare il medico conservare fuori della portata dei bambini non respirare i vapori in caso di ventilazione insufficiente usare apparecchio respiratorio adatto.

POSA IN OPERA
Con la posa su sabbia non si fanno uso di collanti tossici a pavimento (in genere questi sono a base di solventi e con residui di difficile smaltimento). La posa su sabbia contribuisce anche a migliorare i fattori acustici di propagazione fra vari ambienti, offrendo una maggiore morbidezza al camminamento (passo felpato) e quindi non quella rigidità che si ha camminando su un qualsiasi pavimento incollato su un massetto di cemento.

TRATTAMENTI DI PRODUZIONE
Il fattore che forse maggiormente influisce sugli aspetti biologici del parquet è il trattamento superficiale. Comunemente i pavimenti in legno sono finiti con vernice o cera. La cera, antico sistema, è sicuramente interessante per l'aspetto finale ma ha due handicap: la necessità di costante manutenzione, che oggi costituisce un oggettivo limite, e il rischio d'inquinamento data la difficoltà di conoscere con esattezza i componenti di quelle che sono poste in commercio sotto il nome generico di cera per pavimenti.La vernice ha fatto, negli ultimi quaranta anni, grossi progressi sia sotto il profilo della stabilità che sotto quello della biocompatibilità. Sono quindi in commercio vernici a base resinosa o acrilica, prive di solventi volatili pericolosi, ma quasi sempre le vernici con prestazioni alte mantengono una complessa base sintetica.La novità (in realtà una riscoperta) è l'utilizzo dell'olio. Già anticamente si ricorreva all'olio di lino date le positive peculiarità, tra cui la principale è la possibilità di cristallizare; limiti di quest'utilizzo erano l'untuosità e la difficoltosa manutenzione. Anche in questo settore la tecnologia ha fatto passi avanti e quindi questi aspetti sono stati risolti.Il sistema si basa oggi su una mescola di oli applicabile in opera, su un qualsiasi pavimento in legno. L'applicazione comporta la semplice impregnatura del legno attraverso una frizione a macchina (monospazzola) ed un'asciugatura superficiale con una "lucidatura" finale sempre a macchina.Il trattamento, che avviene tramite impregnatura del legno, non crea pellicola. Infatti, gli oli, a contatto con la fibra del legno, cristallizzano occupando i pori della fibra legnosa e creano contemporaneamente barriera all'assorbimento dei liquidi (quindi dello sporco) e aumento della resistenza meccanica della fibra stessa.

VANTAGGI DEL TRATTAMENTO AD OLIO
Aderenza alla fibra: il contatto è garantito dalla mancanza di pellicola; ne deriva tra l'altro che il legno mantiene il suo colore naturale.
Igienicità: il legno mantiene le sue naturali caratteristiche batterioinibitrici, che invece sono annullate là dove si applicano strati vernicianti o ceranti sintetici;
Regolazione igrometrica ambientale: la presenza dei cristalli d'olio permette la formazione di un naturale effetto condizionatore, dato dall'assorbimento dell'umidità durante i lavaggi e dal conseguente rilascio là dove l'ambiente risulti troppo secco a causa del riscaldamento;
Antistaticità: poiché non vi é un film plastico continuo;
Possibilità di riprese e riparazioni: il legno mantiene le sue naturali proprietà di recupero delle compressioni, "autoriparandosi" durante l'apporto d'umidità dei lavaggi;
Manutenzione semplificata: in altre parole, l'utilizzo di questi prodotti garantisce nel tempo l'aspetto originario del pavimento e ne permette il ripristino con semplici prodotti di pulizia, evitando nuove levigature ed asportazioni di pellicole inquinanti; ovviamente tutti i prodotti di pulizia, testati biologici, sono anche biodegradabili.
Nella complessa ricerca di un sistema pavimento-trattamenti capace di rispondere alle crescenti esigenze d'ecologicitá sono stati raggiunti dunque obiettivi notevoli.
Si é riusciti a restituire al pavimento di legno il tradizionale aspetto morbido e caldo della levigatura ad olio, accompagnandolo però con la garanzia di poterlo pulire in maniera facile, tradizionale, bio-compatibile


Prove di laboratorio atte ad individuare i COSTI ENERGETICI dei pavimenti radianticon sottofondi a secco e rivestimento in parquet.


Le ricerche sono finalizzate a determinare EFFICACIA E POTENZIALITA' dei due sistemi abbinati.


Per maggiori informazioni


01 marzo 2007

Petizione IT rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministri




Link al blog socialdesignzine



http://www.aiap.it

Per ulteriori informazioni
Associazione Italiana Progettazione per la Comunicazione Visiva