04 marzo 2007

Vivere meglio con la Fototerapia

La FOTOTERAPIA consiste nell’esposizione programmata di un individuo ad una fonte di luce artificiale ad alta intensità luminosa.
Si tratta di una terapia non invasiva che non comporta l’assunzione di farmaci, riconosciuta dal “National Institutes of Mental Health” (USA) e dall’American Psychiatric Association”.
Non produce effetti collaterali e non ha particolari controindicazioni tanto che può essere somministrata a donne in gravidanza o in fase di allattamento, bambini e anziani.
La fototerapia si è sviluppata all’interno della ricerca sui ritmi circadiani ed ultradiani. Molti eventi fisiologici sono, infatti, regolati ed organizzati in ritmi circadiani che hanno periodicità di circa 24 ore. Questa periodicità è legata al nostro orologio interno, orologio che negli esseri viventi è influenzato dall’alternarsi della luce e buio.
La luce e/o la sua assenza sono in grado sia di stimolare che sopprimere la secrezione di ormoni che agiscono sul sonno, sulla psiche, sull’umore, sulle funzioni riproduttive, sulla fame/sazietà.

Il National Istitute of Mental Health (U.S.A.) si accorse che malesseri e depressione si verificavano maggiormente nei periodi dell’anno caratterizzati da poca luce (autunno e inverno) in particolare modo nei paesi del nord, e, attraverso un’indagine scientifica su più di 1500 pazienti, ha sviluppato un profilo statistico dei principali disagi su essi rilevati:

- il 96 % risulta essere meno attivo in inverno
- il 94 % dichiara difficoltà nei rapporti interpersonali
- il 96 % avverte sentimenti di tristezza
- l’ 84 % ha sofferto di ansia
- il 79 % ha riferito maggiore irritabilità
- l’ 88 % comunica di avere difficoltà sul lavoro
- più di sette pazienti su dieci hanno registrato un aumento di peso; mentre tutti i pazienti hanno manifestato un aumento dell’appetito
- sei pazienti su dieci hanno riferito una diminuzione delle pulsioni sessuali.

La riduzione o la totale assenza della luce durante il giorno ha veramente effetti deleteri per l’organismo umano soprattutto se prolungata nel tempo.
Purtroppo la società moderna con i suoi ritmi e le sue innovazioni non solo porta a vivere la giornata sempre di più in ambienti chiusi (secondo uno studio del 1994 l’adulto di ceto medio passa all’aperto solo il 4% della giornata) ma anche con un insufficiente livello di luce addirittura al di sotto dei 100 lux (come evidenziato dallo studio condotto dall’University of California su oltre 1000 persone che vivono nella soleggiatissima San Diego) per cui il nostro organismo non riesce a “ricaricare le proprie batterie” ed è, soprattutto in autunno ed inverno, più facilmente attaccato da malesseri, depressione, stress, stanchezza.
Studi recenti hanno evidenziato che la “malilluminazione” contribuisce a creare stanchezza, carie, depressione ma anche aggressività; diminuisce la funzione immunitaria e aumenta il rischio di infarto. Non solo: spesso la mancanza di luce è causa di perdita precoce di capelli e di opacità della pelle e addirittura, in uno studio recente condotto presso l’istituto nazionale della Salute Americano, è anche stata messa in relazione con la perdita di tono e forza muscolare.
Negli anziani la mancanza di luce crea problemi di osteoporosi ed una minore resistenza alle infezioni, mentre nei bambini contribuisce ad accentuare l’iperattività.
Anche chi lavora di notte o effettua turni di lavoro irregolari rispetto ai ritmi solari è soggetto, più di altri, alla possibilità di insorgenza di malattie cardiache, dolori alla schiena, problemi respiratori, ulcere e sonno irregolare. Queste persone, non di rado, presentano una carenza di prontezza e di capacità nel prendere decisioni e sovente causano errori o incidenti.
La FOTOTERAPIA serve proprio per dare “energia” al nostro sistema psicofisico, visto che non si riesce ad usufruire dei benefici della luce solare per tutto all’anno.
Da alcuni studi si evince che per mantenersi in buona salute è necessario esporsi almeno un'ora al giorno ad un livello d'illuminazione superiore a 1000 lux..
...bisogna quindi, trascorrere più tempo possibile alla luce!

La luce solare differisce dalla luce fluorescente per diversi aspetti, fra i quali lo spettro (il colore della luce) e l'intensità.
La fototerapia per essere efficace deve utilizzare delle lampade fluorescenti che presentino uno spettro di luce molto simile a quello della luce solare ad un’intensità che varia dai 2.500 lux fino ai 10.000 lux (range terapeutico).
L'unità di misura della luce è un "lux". 100 lux equivalgono alla quantità di luce emanata da una lampadina da 100 watt e guardata da una distanza di un metro e mezzo in una stanza priva di altre fonti di illuminazione.
All'esterno, durante la giornata, difficilmente l'intensità della luce è inferiore ai 500 lux anche in presenza di nuvole e nel periodo estivo la luminosità può raggiungere addirittura i 100.000 lux.
Secondo Russell J. Reiter, la ricetta per star bene è data, durante il giorno, da un alto livello di serotonina (neurotrasmettitore dell’umore), molecola madre della melatonina, che ci mantiene vigili e pieni di energia e da un buon livello di melatonina (ormone che ci protegge dai radicali liberi, riduce la pressione arteriosa, forma dei linfociti natural killer, contrasta il cancro e che è un potente antinvecchiamento) che durante la notte ci aiuta a riposare e a recuperare le forze. Rusell ritiene che il livello di entrambe queste sostanze possa essere aumentato con l’esposizione alla luce intensa durante la giornata.

Nella fototerapia non basta esporsi alla luce, ma bisogna far sì che essa colpisca i nostri occhi.
Dati scientifici hanno dato senso e valore ad antiche credenze, infatti è principalmente la retina che riceve le informazioni dalla luce e le trasmette al cervello tramite il nervo ottico.
La ghiandola pineale viene stimolata durante il giorno producendo in alta quantità la serotonina, mentre, durante la notte, produce più melatonina.

La fototerapia è principalmente indicata per la cura e la prevenzione della depressione stagionale (SAD). Questa è l’alterazione dell’orologio biologico umano con relativo squilibrio del sistema psicofisico ormonale, causato dalla diminuzione della luce solare giornaliera unitamente a vari fattori ambientali. Le persone che soffrono di SAD presentano un umore depresso, tristezza, diminuzione degli interessi, basso livello di energia, diminuzione della memoria, stanchezza, basso livello di autostima, aumento dell’appetito e letargia.
In questo caso, come dimostrato da vari studi, la terapia della luce permette di accrescere i livelli della serotonina diminuendo così i sintomi depressivi e i sintomi del SAD (asocialità, affaticamento, bulimia..) e di normalizzare sia i tempi di produzione che la quantità di melatonina (la persona depressa ha bassi livelli di melatonina ed un ciclo produttivo sfasato = la produce in ritardo durante la notte).
L'esposizione ad una luce di qualità e di durata adeguate è certamente l'antidoto più efficace e sicuro per combattere il SAD.
Per alleviarne i disturbi la luce intensa mattutina è riconosciuta più efficace di quella serale, infatti è proprio l'esposizione durante le prime ore del mattino che normalizza la produzione della melatonina.

La terapia della luce, inoltre, aiuta a risolvere quelle forme di insonnia che comportano una fase ritardata del sonno (ci si addormenta alle tre di notte e ci si riesce a svegliare solo alle undici del mattino) oppure anticipata (si ha sonno alle otto di sera e poi alle tre di notte si è completamente svegli). Nel primo caso la luce dovrà essere assorbita la mattina perché così viene anticipato il momento dell’addormentamento; nel secondo, invece, la luce dovrà essere assorbita verso pomeriggio/sera perché così ritarda il momento dell’addormentamento.

La fototerapia produce dei benefici anche sulle persone cosidette “sane” come evidenziato dallo studio del 1993 condotto su 15 uomini e donne di età dai 20 ai 40 anni che trascorsero 4 ore esposti ad una luce intensa (2.500 lux) e quindi 4 ore, il giorno successivo, esposti ad una luce moderata (500 lux). Prima dell’esposizione vennero eseguiti dei test per misurare le condizioni fisiche e mentali dei partecipanti. In un test dei tempi di reazione, i partecipanti commisero meno errori dopo l’esposizione alla luce intensa rispetto all’esposizione alla luce moderata. A seguito dell’esposizione a luce intensa si individuarono, inoltre, notevoli miglioramenti riguardo alle funzioni cognitive, allo stato di vigilanza e alle capacità di reazione in genere (cosìdetto effetto nootropico). L’aspetto più importante fu che, alle condizioni di luce intensa, i volontari riferirono un senso di benessere maggiore.

La fototerapia viene utilizzata anche in ambito medico, in particolare da psicologi e psichiatri, come supporto per la cura di particolari disturbi come:
· la depressione classica,
· la depressione ante e post partum,
· i disturbi dell’umore,
· il disturbo ossessivo compulsivo,
· la bulimia nervosa,
· la cefalea,
· la sindrome premestruale,
· la letargia,
· l’alcoolismo,
· il “jet lag” (voli translatlantici con cambio di fuso)
· i disturbi del sonno.

La luce intensa influenza la produzione di melatonina ?

Uno studio effettuato da ricercatori Finlandesi nel 1988 ha evidenziato la differente reazione comportamentale di un gruppo di ratti allevato in un ambiente esposto alla luce solare e di un gruppo allevato, invece, in un ambiente di pari condizioni climatiche ma senza finestre ed illuminato da lampade fluorescenti. Dopo una settimana, misurarono i livelli di melatonina dei due gruppi e scoprirono che i ratti della stanza illuminata dal sole producevano di notte un livello di melatonina di gran lunga più elevato rispetto ai ratti allevati nell'ambiente ad illuminazione artificiale.
Il fattore determinante, nello studio Finlandese, era l'intensità della luce.
Benchè l'influenza della luce sulla produzione notturna di melatonina negli esseri umani sia scientificamente ancora poco riconosciuta, almeno quattro tra gli studi effettuati sulla questione hanno dimostrato che è realmente così.
Ricercatori australiani dimostrarono l'aumento dell'ormone in pazienti affetti dal SAD dopo averli sottoposti a sedute di fototerapia.
Il caso di un paziente con "apparente" disturbo bipolare dell'umore (trattato con farmaci standard compresi gli antidepressivi ed il litio ) fu curato con un programma intenso di fototerapia quando il medico constatò che le variazioni d'umore erano legate all'andamento stagionale; la sorgente luminosa utilizzata era di 2000 lux, le sedute giornaliere di sei ore (tre di primo mattino e tre all'inizio della serata). I sintomi depressivi del paziente cominciarono a recedere in soli quattro giorni, al decimo giorno l'uomo si sentiva bene.
In un altro studio ancora, la fototerapia aumentò i livelli di melatonina in persone che soffrivano di insonnia. Prima dell'esposizione alla luce, gli insonni avevano livelli notevolmente inferiori dell’ormone rispetto alle persone senza problemi di sonno. Per 5 mattine consecutive gli insonni trascorsero mezz’ora di fronte a una lampada a luce intensa. Al termine dello studio, essi producevano il 160% in più di melatonina nelle ore del picco notturno. Se le applicazioni davanti ad una lampada a luce intensa vengono effettuate la notte ciò determina sia un ritardo nella produzione di melatonina che una minore quantità. Ecco perché quando giunge la notte dobbiamo stare il meno possibile davanti a fonti di luce per non inibire la produzione di melatonina.
Gli insonni soffrono perché non dormendo tendono a passare le ore in ambienti illuminati per cui la loro riserva di melatonina andrebbe ad esaurirsi e quindi non riuscirebbero a recuperare le forze durante la notte. Se di notte rimaniamo svegli ma in un ambiente buio, produciamo la stessa quantità di melatonina di quando stiamo dormendo profondamente.


BIBLIOGRAFIA:
RUSSELL J. REITER – La Melatonina – 1997 – Biblioteca Universale Rizzoli
W.PIERPAOLI – W. REGELSON – La Fonte della Giovinezza – 1998

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ho letto della fototerapia e mi piacerebbe provare, ma a chi ci si deve rivolgere?